domenica 21 aprile 2013

Il tocco delle mutandine

Guardo intensamente una fanciulla seduta nel tram, di fronte a me. Ha la gonna corta, si intravvede il lembo delle mutandine. Questo lembo mi attrae, mi esalta, quasi mi ipnotizza. Improvvisamente, non sono io, oppure, sì, sono io,,ma sono anche diventato la mutandina che stavo contemplando. Mi sono improssivamente materializzato lì. Sento la pelle, sento la yoni. Mi sento profondamente intimo, umido e caldo. Sento le nuove sensazioni, sento di aderire amorosamente alla pelle di lei. Spingo le mutandine, spingo me stesso, ad accarezzare, la pelle, la yoni, fino ad entrarle un po’ dentro, come se le mutandine avessero le dita. Lei si alza, si prepara a scendere dal tram. Si sente eccitata, sente che qualcosa la sta eccitando. Sarà una fantasia erotica improvvisa, si dice, se ne vergogna un po’. Lascia il tram, cammina per la strada, ma io sono sempre le sue mutandine. Rientra a casa, qui le mutandine si fanno ancora più audaci, le avverte come delle mani. Si spoglia per farsi la doccia, si toglie le mutandine, e queste si animano direttamente, corrono lungo il suo corpo in ogni punto, per accarezzare, baciare, provocare. Lei si scuote, impaurita ed eccitata. Sento che posso lasciare ora le mutandine, le lascio, e torno lì ad essere un uomo, nudo, eccitato ed attraente di fronte a lei. Lei dice…che sfacciato, e mi abbraccia.

(Dalla raccolta racconti 2010 di Antonio Sbisà)
ant.sbisa@libero.it

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